Mare cristallino, spiagge che sembrano quasi tropicali, buona cucina e folklore locale: questi sono i fattori che rendono il Salento una meta tanto ambita per le vacanze, soprattutto in estate. Grandi protagonisti di questa terra, spesso dimenticati dai turisti, sono anche la natura selvaggia e il grande patrimonio geologico – archeologico: dalla macchia mediterranea alle pinete, dalle scogliere alle grotte carsiche, la penisola salentina abbonda di splendidi paesaggi naturali, che spesso nascondono tracce del loro passato geologico e delle civiltà che li hanno abitati in passato. Fare trekking nel Salento è certamente il modo migliore per esplorare questo bellissimo territorio, scoprendone la storia e l’insospettabile lato escursionistico che questa regione offre.
Una delle più belle e conosciute escursioni in Salento è certamente il sentiero delle grotte Cipolliane e del canale del Ciolo, situato nella zona di Santa Maria di Leuca. Un trekking in riva al mare dal sapore naturalistico, in cui fanno da protagonisti i profumi e gli odori della macchia mediterranea: sentori di timo, erba cipollina e origano selvatico, uniti al profumo di salsedine marina, ci accompagneranno lungo tutto il tragitto, facendoci sentire davvero a contatto con la natura.
Descrizione del percorso
Il sentiero delle Cipolliane ha inizio dall’insenatura del Ciolo e termina presso il porto di Marina di Novaglie. Può essere percorso indifferentemente in un senso o nell’altro. Nell’escursione qui descritta, ho scelto di iniziare il percorso dal Ciolo, per poi tenere le grotte come meta finale.
Il percorso ha inizio in prossimità del Ciolo: si tratta di una insenatura di origine fluviale dall’aspetto piuttosto aspro e selvaggio, con pareti verticali che affiorano dal mare sino a raggiungere i 90 m di altezza. Da qui si percorre una mulattiera, costeggiando la scogliera e godendo di una spettacolare vista sul mare e sulla linea di costa. Snodandosi tra rocce e arbusti, il sentiero conduce alle suggestive Grotte Cipolliane: al loro interno ci si troverà in uno spettacolare anfiteatro naturale affacciato sul mare.
L’escursione al sentiero delle Cipolliane dura circa 1 ora e mezza (escluse le soste), è piuttosto semplice e adatta a tutti. Solamente l’ultimo tratto, dove c’è la ripida discesa che conduce alle grotte, richiede un po’ di attenzione e non è consigliato a persone che soffrono in modo significativo di vertigini. L’itinerario può essere percorso durante tutto l’anno; se affrontato in estate, è bene evitare le ore più calde della giornata, preferendo le prime ore del mattino o verso il tramonto. Consiglio di portare con sé una buona scorta d’acqua.
Le Grotte Cipolliane: un po’ di storia
Il percorso appartiene alle cosiddette “vie del sale”, ovvero sentieri anticamente usati dagli abitanti del luogo per il trasporto di sale dai luoghi di estrazione fino ai centri abitati. Venivano solitamente percorsi a dorso di mulo e utilizzati anche per il trasporto di altre merci oltre al sale.
Il sentiero prende il nome dalle Grotte Cipolliane, così chiamate per la presenza di cipolle selvatiche nella zona: questa serie di quattro caverne naturali si trova appena sotto la scogliera, a circa 30 metri di altezza dal livello del mare, e costituiscono un caso esemplare per lo studio geologico della preistoria ed in particolare del Paleolitico superiore.
In epoca preistorica, infatti, il livello del mare era molto più alto rispetto ad oggi e l’area attorno alle grotte costituiva il fondale marino, come testimoniano i fossili marini ritrovati nelle rocce. Entrando nelle grotte, si possono facilmente notare numerosissimi frammenti fossili di conchiglie, pecten e rudiste incastonati nella roccia friabile e porosa. Fin dal Paleolitico queste grotte sono state inoltre frequentate dall’uomo: lo provano i numerosi reperti archeologici rinvenuti, tra i quali alcuni ciottoli dalle particolari incisioni e dal significato ancora sconosciuto.
Trekking al sentiero delle Cipolliane: dettagli
Lasciamo l’auto al parcheggio di Via Ciolo presso Gagliano del Capo, un paesino dell’entroterra salentino non molto distante da Santa Maria di Leuca. Seguiamo il sentiero in discesa che parte dal parcheggio e che ci porterà in breve all’insenatura del Ciolo. Si procede su fondo di roccia e terra battuta; delle staccionate il legno, presenti per gran parte del percorso, ci aiuteranno a non perdere la strada. Guardando in alto lungo le pareti rocciose possiamo facilmente notare i caratteristici muri a secco e alcune pajare, tipiche costruzioni rurali salentine, anch’esse realizzate a secco. Avvicinandoci alla caletta, non è raro incontrare arrampicatori intenti ad affrontare la parete verticale della falesia: il Ciolo è infatti molto famoso tra gli appassionati di arrampicata.
Scorgiamo davanti a noi la spiaggia del Ciolo, sovrastata dal ponte stradale: si tratta di una piccola caletta rocciosa senza sabbia, che offre un comodo punto di accesso al mare. Possiamo decidere se attraversarla per poi risalire utilizzando le scale sulla destra, oppure tenere la sinistra e seguire il sentiero che sbuca sulla strada provinciale. In ogni caso, si dovrà necessariamente attraversare la strada: l’ingresso del sentiero delle Cipolliane si trova appena oltre il Bar Ristoro “L’Incanto”. Si cammina inizialmente tra alti muretti di pietra, per poi ritrovarsi in breve sulla scogliera. Il sentiero è facilmente riconoscibile, oltre che per la presenza della staccionata in legno, per il fondo in terra battuta di color rosso-mattone: perdersi è piuttosto difficile.
Alcuni tratti sono davvero stretti, tanto da permettere il passaggio di una sola persona per volta: attenzione quindi se si incrociano altri escursionisti che procedono in senso opposto. Rocce calcaree e arbusti della macchia mediterranea caratterizzano il paesaggio: veniamo avvolti dalle essenze del timo, dell’origano selvatico e di altre piante aromatiche che abbondano nei dintorni, mentre il panorama è dominato dalla stupenda vista sul Mar Adriatico. Nelle giornate di cielo particolarmente limpido si possono addirittura vedere le montagne dell’Albania all’orizzonte, distanti appena 70 km.
Arrivo alle grotte
Dopo circa 2 km di cammino, l’odore di cipolla selvatica, che cresce spontanea nella zona e dà il nome al sentiero, ci segnala che siamo ormai prossimi alla meta: le grotte Cipolliane si trovano una decina di metri più in basso, lungo la parete rocciosa a picco sul mare. Una ripida discesa permette di raggiungere l’entrata alle grotte. Consiglio di prestare particolare attenzione durante la discesa: in alcuni punti gli scalini sono assenti e ci si ritrova a scendere sulla roccia liscia, che può essere scivolosa. Dopo aver descritto una curva, procedendo tra massi e arbusti, giungiamo infine alle grotte. Davanti a noi si apre uno spettacolare anfratto naturale affacciato sul mare: il terreno all’interno delle grotte è a tratti roccioso e a tratti sabbioso, a testimonianza dell’erosione operata dal vento e dalla spuma marina. Le pareti rocciose, di natura prevalentemente calcarea, nascondono decine di resti fossili di conchiglie e organismi marini. Arbusti, piante rampicanti e fiori spuntano qua e là tra le rocce, aggiungendo ulteriore fascino all’ambiente.
Sentiero delle grotte Cipolliane: visita a Marina di Novaglie e ritorno
Dopo aver lasciato le grotte e aver riguadagnato il sentiero, abbiamo due scelte: possiamo avviarci lungo la strada del ritorno oppure proseguire sul percorso delle Cipolliane per 1 km fino a raggiungere l’abitato di Marina di Novaglie, che merita certamente una visita. Oltre al caratteristico porticciolo e alle rovine di una torre costiera, tra gli scogli di Novaglie si trovano delle piscine naturali in cui ci si può bagnare, facendo la dovuta attenzione alle asperità degli scogli. In paese sono presenti anche diversi punti ristoro dove rifocillarsi prima di avviarci sulla strada del ritorno.
Per tornare al punto di partenza è sufficiente percorrere a ritroso lo stesso sentiero, riattraversando il Ciolo (stavolta in salita) per poi giungere al parcheggio dove abbiamo lasciato l’auto.