“Lu sole, lu mare, lu jentu”. Il Salento, si sa, è molto conosciuto per la bellezza del suo mare e delle sue spiagge, spesso paragonate ai Caraibi. La meta ideale per una vacanza al mare, in grado di offrire bellissimi paesaggi naturali, relax, buona cucina… e anche numerosi itinerari escursionistici.
Già: sorprendentemente il Salento è un ottimo posto dove praticare trekking. Ancora poco conosciuti dai turisti, molti di questi itinerari sono invece ben noti ai runner, camminatori e ciclisti salentini, che li frequentano per allenarsi, per fare movimento o anche solo per ricaricare la mente. Naturalmente si tratta di percorsi piuttosto differenti rispetto a quelli di alta montagna a cui la maggior parte di noi è abituato: la difficoltà è medio-bassa, i dislivelli sono nulli o molto contenuti (nella penisola salentina non ci sono rilievi significativi) e riguardano più che altro brevi salite su colline o scogliere. Anche la segnaletica è molto differente: spesso i sentieri sono carenti di indicazioni o non sono affatto segnalati. Per questo motivo, per chi si cimenta per la prima volta con il trekking in Salento, è utile orientarsi utilizzando tracce GPS o basandosi sulla conoscenza diretta di qualcuno che ha già affrontato il percorso. Fortunatamente, da alcuni anni sono attive diverse associazioni locali che organizzano escursioni a piedi o in bici.
Perchè fare trekking in Salento?
La bellezza dei trekking in Salento risiede soprattutto nel paesaggio e nel contesto naturale fatto di splendide viste sul mare e sentieri immersi nella pace e nei profumi della macchia mediterranea. Un altro aspetto da non tralasciare è quello culturale: questa terra possiede un enorme patrimonio storico-archeologico, ancora oggi in fase di studio. Camminando nelle vie dei borghi salentini, nelle campagne o lungo le coste non è raro imbattersi in qualche testimonianza del passato, che sia una semplice pajara, le rovine di una torre costiera di vedetta o addirittura un menhir del neolitico.
Ecco quindi una mia personale selezione di 3 facili itinerari per trekking in Salento, tutti da me effettuati in diversi periodi. Si tratta di percorsi adatti a tutti, poco impegnativi, piuttosto brevi o di media lunghezza. Possono essere effettuati durante tutto l’anno: in estate, a causa del caldo torrido, è preferibile effettuare l’escursione nelle ore meno calde della giornata, meglio se al mattino presto o alla sera verso il tramonto.
1. Dalla cava di bauxite di Otranto a Punta Palascìa
Una semplice e piacevole escursione lungo la costa otrantina, che ha come punto di partenza il laghetto della ex cava di bauxite di Otranto, luogo ben conosciuto nel Salento per via dei magnifici colori che lo caratterizzano.
Si tratta un sito di estrazione mineraria non più in uso, attivo dal 1940 al 1976. Oggi, la cava dismessa a cielo aperto ospita un incantevole laghetto, formatosi a causa di infiltrazioni provenienti dalle vicine falde acquifere. Le acque verde smeraldo del bacino lacustre contrastano con il rosso intenso del terreno circostante, ricco di minerale di bauxite che gli conferisce questa suggestiva colorazione: un paesaggio “marziano” che lascia con il fiato sospeso.
L’escursione ha inizio presso il parcheggio a pagamento della cava; nel caso non disponiate di un mezzo vostro, la cava si raggiunge dal porto di Otranto che dista circa 2 km a piedi. Dopo esserci persi nell’esplorare i dintorni del laghetto, procediamo verso la scogliera sotto cui si trova la baia dell’Orte, una spiaggetta piuttosto piccola ma molto suggestiva. Si prosegue camminando lungo la costa tra bassi cespugli e rocce frastagliate, accompagnati dall’incantevole vista sul Mar Adriatico. Nelle giornate particolarmente limpide si possono addirittura scorgere all’orizzonte le montagne dell’Albania. Dopo 4 km di cammino arriviamo a Punta Palascìa, un promontorio piuttosto degno di nota: si tratta infatti del punto geografico più a est d’Italia. Sul promontorio svetta un faro risalente al 1897 e oggi sede di un museo naturalistico.
Per tornare al parcheggio della cava si può rifare lo stesso sentiero a ritroso oppure costeggiare la strada provinciale che unisce Otranto a Santa Cesarea Terme, camminando inizialmente a lato della carrozzabile per poi addentrarsi nuovamente tra i sentierini che si diramano in mezzo agli arbusti.
Cosa vedere nei dintorni
Al termine dell’escursione (o prima, se preferite) è d’obbligo una visita al centro storico di Otranto. Assolutamente da visitare la Cattedrale, il Castello Aragonese e il porto turistico.
2. La passeggiata delle mura di Castro
Una veloce e piacevole camminata alla scoperta di un borgo ricco di storia, passeggiando tra ulivi, fichi d’india e muri a secco.
Affacciato sul mare, situato lungo la costa a sud di Otranto, Castro è uno dei borghi più ricchi di testimonianze storiche delle antiche civiltà che hanno popolato il Salento. L’insediamento fu fondato dai Messapi, popolo che abitava la regione ben prima dell’arrivo dei Romani. I segni della loro presenza sono ancora visibili in città sottoforma delle imponenti mura messapiche, talmente durevoli che furono usate come fondamenta per altre fortificazioni costruite in epoca medievale.
La passeggiata delle mura di Castro è senza dubbio il modo migliore per visitare il borgo: il percorso descrive un largo anello e si sviluppa in gran parte a ridosso della cinta muraria che racchiude il centro storico di Castro. Tutta la passeggiata è un susseguirsi di scalinate, stretti passaggi tra le abitazioni, muri a secco e terrazzamenti che ospitano fichi d’india, ulivi e arbusti mediterranei.
L’itinerario inizia al Belvedere di Castro, dove si trovano le indicazioni per il percorso ad anello. Procediamo scendendo una scalinata sotto le imponenti mura medievali, godendoci nel mentre una stupenda vista sul mare. Il percorso attraversa poi gli scavi archeologici di Torre Capanne, località dove sono stati ritrovati diversi reperti riconducibili ai Messapi, tra cui un busto e delle statuine bronzee. Poco più avanti troviamo le antiche mura messapiche, costituite da enormi blocchi di pietra calcarea perfettamente squadrati. Superate le mura, sulla destra vi è una stretta scalinata che porta al centro storico, ove si può visitare la Cattedrale con i resti ancora visibili dell’antica chiesa bizantina che sorgeva in loco. Proseguendo nella passeggiata delle mura, si chiude l’anello con un ultimo tratto che attraversa un paesaggio tipicamente salentino, caratterizzato da muretti a secco, terrazze, ulivi e macchia mediterranea.
Cosa vedere nei dintorni
Mi raccomando, non lasciate Castro prima di aver visitato il Museo Archeologico all’interno del castello Aragonese, la Cattedrale dell’Annunziata e il porto di Castro Marina. Tramite escursioni guidate in barca, è possibile anche visitare le vicine grotte sul mare, come la Grotta Zinzulusa e la Grotta Azzurra.
3. Trekking nei dintorni di Casarano: la collina del Manfio tra cripte e menhir del Neolitico
Spostiamoci nell’entroterra salentino per percorrere un bellissimo itinerario culturale e naturalistico, sconosciuto ai più, di nuovo alla scoperta delle testimonianze storico-archeologiche di questa terra. L’escursione si sviluppa nella collina del Manfio, una piccola altura situata tra i comuni di Casarano e Ruffano, che con i suoi 155 metri di altezza domina i dintorni offrendo una bella vista a 360° sulla campagna salentina.
Punto di partenza è il santuario della Madonna della Campana, appena fuori Casarano: ci troviamo già sull’altura. Ci allontaniamo dal centro abitato, camminando lungo strade sterrate di campagna e costeggiando gli uliveti, delimitati dai caratteristici muri a secco. Raggiungiamo la prima meta, situata appena fuori dal piccolo abitato di Contrada Manfio: la Cripta del SS. Crocefisso, un antico luogo di culto ricavato all’interno di una grotta naturale. La grotta si biforca in due parti: a destra vi è posta la Cappella con l’altare, mentre sulla sinistra si apre un antro anticamente utilizzato come cimitero dai monaci. Le pareti della cripta sono decorate da affreschi risalenti al XVI – XVII secolo, mentre in superficie sono ancora presenti i ruderi dell’antico convento appartenuto ai monaci basiliani.
Lasciata alle spalle la cripta, proseguiamo inoltrandoci nella macchia mediterranea, tra bassi alberi e arbusti, seguendo i sentieri esistenti. La zona è ricca di pajare (tipiche costruzioni rurali salentine, realizzate a secco) e punti panoramici: nelle giornate limpide è possibile ammirare la costa ionica all’orizzonte, ove spicca Gallipoli con il suo faro ben visibile. Nascosto tra gli arbusti al limitare della collina, non facile da localizzare, si trova un Menhir risalente con tutta probabilità al Neolitico. Il manufatto, testimonianza della ricchezza archeologica ancora poco conosciuta del Salento, si presenta come un monolite alto circa 1 metro e mezzo con un foro artificiale al centro. Su due lati adiacenti si notano delle croci incise, probabilmente applicate durante il Medioevo come tentativo di cristianizzazione del manufatto.
Seguendo i sentieri si ritorna al punto di partenza descrivendo un anello lungo la collina.
Cosa vedere nei dintorni
Assolutamente da non perdere la visita al Parco Astronomico San Lorenzo, situato proprio a Manfio, a brevissima distanza dalla collina. L’associazione che lo gestisce organizza serate di osservazione del cielo notturno, mettendo i propri telescopi a disposizione dei visitatori; a volte organizzano anche brevi escursioni nella campagna salentina.