Nel cuore del Mediterraneo, tra le coste meridionali della Sicilia e della Tunisia, si trova l’isolato arcipelago delle isole Pelagie. È formato da tre isole: la maggiore è Lampedusa, molto nota per le sue bellissime spiagge, ma anche tristemente al centro delle cronache per l’emergenza umanitaria rappresentata dai continui sbarchi di migranti. Lampione, altro isolotto dell’arcipelago, è un piccolo scoglio disabitato e protetto da una riserva marina naturale. L’ultimo membro del terzetto di isole è infine Linosa: una splendida isola vulcanica che, caso veramente raro in Italia, conserva una natura quasi incontaminata e ancora lontana dal turismo di massa. Una meta ideale per chi cerca una vacanza “attiva” all’insegna dei trekking, delle passeggiate e del mare. Un luogo che garantisce un profondo contatto con la natura.
È per questo che ho scelto questa isola come meta per le mie vacanze a settembre 2023: qui mi sono immerso, oltre che in un mare cristallino ricco di pesci e di meravigliosi fondali, in una flora e una fauna uniche al mondo; ho osservato le testimonianze di un passato vulcanico, e ho esplorato i numerosi percorsi e sentieri che procedono sia lungo le scogliere che sui rilievi dell’entroterra. Fare trekking a Linosa, così come praticare snorkeling o fare immersioni lungo le sue coste, è sicuramente un’esperienza bellissima da provare almeno una volta nella vita!
Come arrivare a Linosa e come muoversi
La piccola Linosa, con i suoi 5,3 chilometri quadrati di superficie e un perimetro costiero di 11 km, si trova proprio al centro del Mar Mediterraneo: 160 km la separano dalla della Sicilia così come 160 sono i chilometri di distanza dalla Tunisia. L’isola non dispone di un aeroporto, ma si può raggiungere tramite alcuni collegamenti navali: da Lampedusa, dove è presente un aeroporto ben collegato con i principali scali italiani, si può prendere un aliscafo per Linosa, con appena 1 ora di traversata. L’altra possibilità è quella di prendere l’aliscafo da Porto Empedocle, porto siciliano secondario, con una traversata di 3 – 4 ore.
Una volta arrivati, si può facilmente procurarsi un mezzo per girare, noleggiando una bici elettrica o uno scooter presso uno dei numerosi noleggiatori. Le dimensioni contenute dell’isola permettono di visitarla in poche ore: arrivando con l’aliscafo alla mattina si riesce a effettuare una camminata o un breve trekking sui rilievi, visitare il paese e avere tempo per stare in spiaggia o sugli scogli a godersi il mare cristallino. Per apprezzare appieno le bellezze di Linosa e girarla con calma a piedi, consiglio tuttavia di fermarsi almeno 3 giorni presso una delle strutture ricettive o bed and breakfast presenti sull’isola. Molte di queste strutture sono inoltre situate nell’entroterra, lontano dal paese, e consentono così di vivere un soggiorno ancora più a contatto con la natura.
Trekking a Linosa: percorsi e sentieri escursionistici
L’intera isola di Linosa offre ampi spazi, strade e sentierini dove fare lunghe camminate: tra questi vi sono sette sentieri escursionistici principali realizzati dalla Regione Sicilia, ben segnalati e messi in sicurezza, che collegano varie zone dell’isola. Sviluppandosi sia sui rilievi che sulle scogliere, permettono di scoprire il passato vulcanico di Linosa e la sua caratteristica vegetazione mediterranea ricca di specie endemiche, oltre a regalare incantevoli viste sul mare e preziosi scorci di vita dei pochi abitanti.
In questo articolo ho selezionato 4 sentieri per trekking a Linosa: si tratta di percorsi piuttosto brevi e con dislivelli molto ridotti, percorribili in 1 ora / 1 ora e 30 minuti ciascuno. Le dimensioni contenute dell’isola consentono di percorrere diversi sentieri anche in una sola giornata. Gli itinerari di seguito sono descritti singolarmente, tenendo come riferimento i punti di partenza e di arrivo segnalati dai cartelli. Naturalmente è anche possibile unire due o più tracciati in una sola escursione più lunga, fino a percorrere un itinerario ad anello attorno all’isola.
Vediamo quindi nel dettaglio alcuni tra i più bei percorsi escursionistici dell’isola di Linosa.
1. Sentiero Monte Vulcano
Il monte Vulcano rappresenta la vetta più elevata dell’isola (195 m). Esattamente come per gli altri rilievi presenti a Linosa, si è formato a causa di un fenomeno vulcanico: mentre l’eruzione che ha originato l’isola è avvenuta nel Pleistocene, il monte Vulcano si è formato in epoca successiva.
Il sentiero che risale la montagna ha inizio appena fuori dal centro abitato di Linosa. Risaliamo la strada principale del paese, passando di fianco alla piccola chiesa di San Gerlando e alla pittoresca e coloratissima scalinata di Maria (o Scalinata della Fortuna): poco più avanti troviamo gli stretti gradoni che segnano l’inizio del sentiero. In breve tempo i gradoni lasciano il posto allo sterrato, che procede in salita lungo le pendici del monte.
La prima tappa è rappresentata da un pianoro dove sorge una ex caserma di vedetta, ora abbandonata: già da qui possiamo godere di uno stupendo panorama. La vista sarà ancora migliore una volta arrivati al cratere vulcanico presente sulla cima, che raggiungiamo dopo altri 10 minuti di cammino lungo una blanda salita. L’interno dell’antica caldera appare completamente ricoperto di rigogliose piante di fichi d’India e bassi cespugli, mentre sui bordi corre il sentiero che consente di fare il giro del cono vulcanico. La vista sull’intera isola è mozzafiato: all’orizzonte, nelle giornate limpide, si riesce addirittura a scorgere l’isola di Lampedusa, distante 50 km.
Consiglio di ridiscendere dall’altro versante, seguendo uno sterrato più agevole e protetto con dei comodi parapetti in legno. Il sentiero si ricongiunge a valle con la strada carrozzabile asfaltata, che percorriamo fino a giungere di nuovo all’abitato di Linosa.
La ex caserma di vedetta
La caldera dell’antico vulcano, ora ricoperta da piante di fichi d’India e bassi cespugli
Vista sul porto vecchio di Linosa. All’orizzonte si intravede l’isola di Lampedusa
2. Sentiero Monte Nero
Anche il sentiero del Monte Nero è facilmente raggiungibile a piedi dall’abitato di Linosa oppure dallo scalo navale di Pozzolana di Ponente. Di epoca più recente rispetto agli altri rilievi presenti sull’isola, il monte Nero è alto 107 m e presenta anch’esso un cratere sommitale piuttosto ben conservato. Le sue rocce hanno un colore scuro, tendente al nero (da qui il nome) e presentano un tasso di erosione molto accentuato: è proprio l’erosione delle rocce che ha dato origine alla spiaggia di Pozzolana di Ponente, una delle più suggestive dell’isola, posizionata appena sotto le pendici del monte a picco sul mare.
Imboccato l’inizio del sentiero, segnalato dall’apposito cartello, ci troviamo dopo pochi minuti davanti a un bivio: qui seguiamo le indicazioni per il cratere. Procediamo in leggera salita lungo un percorso piuttosto agevole e messo in sicurezza da una staccionata in legno; guardando dietro di noi si può apprezzare la sagoma della Montagna Rossa, poco distante in linea d’aria.
Dopo circa 10 – 15 minuti di cammino giungiamo al cratere, a mio parere ancora più suggestivo di quello sul Monte Vulcano. A differenza di quest’ultimo, la caldera è più spoglia di vegetazione, caratteristica che permette di apprezzare meglio le pareti rocciose, i cui colori vanno dal terra di siena al grigio e dal rosso porpora al rosso aranciato. Salendo ulteriormente, si raggiunge la vetta del monte, da cui si possono apprezzare gli altri rilievi in lontananza, l’abitato e le coste frastagliate dell’isola. Dal lato opposto, guardando in basso, ammiriamo invece il porticciolo e la spiaggia di Pozzolana di Ponente.
La discesa avviene percorrendo il medesimo percorso; se si vuole allungare la camminata, al primo bivio incontrato possiamo prendere la deviazione che porta a un belvedere sul versante occidentale del monte. Da qui si gode di una bella vista sulla costa occidentale dell’isola e sugli scogli di ponente.
Il cratere vulcanico sulla sommità del Monte Nero
Vetta del Monte Nero con vista sugli altri rilievi di Linosa
La spiaggia Pozzolana di Ponente vista rispettivamente dal monte Nero e dal porto
3. Sentiero Montagna Rossa
Per effettuare la salita al secondo rilevo vulcanico di Linosa per altezza (186 m), è necessario spostarsi sulla costa orientale dell’isola: la Montagna Rossa, così chiamata per il colore delle sue rocce, è infatti la più lontana dal centro abitato. Il punto di partenza si trova nei pressi del faro, a pochi passi dalla costa più selvaggia e caratteristica di Linosa: gli scogli e le insenature lì intorno, come la Baia del Conte, i Faraglioni e una piscina naturale, sono un vero e proprio paradiso per gli amanti di snorkeling e immersioni.
Il sentiero per il Monte Rosso ha inizio a breve distanza dal faro: è sufficiente individuare il sentiero sterrato (ben segnalato) che si dipana dalla strada carrozzabile. Percorriamo un primo tratto tra piante di fichi d’India delimitate da muretti a secco in pietra lavica. La salita ha inizio poco dopo e, anche se breve, si presenta decisamente più ripida rispetto agli altri sentieri: è bene procedere lentamente facendo attenzione al terreno sabbioso e sdrucciolevole. Proseguiamo tra i bassi cespugli che ricoprono interamente la montagna: in circa 15 minuti si guadagna la cima, dove è presente un edificio di vedetta abbandonato e in rovina, con il soffitto parzialmente crollato.
Anche il Monte Rosso ha un cratere, parzialmente eroso e non agibile, il cui interno è ricoperto di vegetazione. Dalla vetta si domina l’intera isola: in particolare svetta ai nostri occhi la Fossa del Cappellano, ovvero l’antica bocca vulcanica che ha originato l’isola nel Pleistocene: si riconosce molto bene la sua forma circolare e la collina arrotondata che era un tempo il bordo del cratere. Situata al centro dell’isola, la Fossa del Cappellano ha un diametro di circa 600 metri e oggi ospita vaste coltivazioni che permettono la sussistenza degli abitanti di Linosa.
La discesa dalla montagna avviene ripercorrendo lo stesso sentiero dell’andata: in meno di mezz’ora ci ritroveremo di nuovo nei pressi del faro.
Il faro di Linosa
La caserma di vedetta in rovina presso la vetta del monte
La cosiddetta Fossa del Cappellano, antico cratere vulcanico risalente al Pleistocene
4. Sentiero punta Calcarella
Spostandoci poco più a sud del faro, ci si ritrova nei pressi dei faraglioni di Linosa: si tratta di un gruppo isolato di spuntoni di roccia che emergono dal mare formando una sorta di piccola baia naturale. Nella zona si trova anche l’inizio del breve sentiero che, sviluppandosi tra la macchia mediterranea, porta a Punta Calcarella.
Il percorso, delimitato dalle caratteristiche rocce vulcaniche nere, procede parallelo alla strada carrabile, a ridosso della scogliera e immerso nella bassa vegetazione mediterranea. In molti punti è possibile abbandonare il sentiero per avvicinarsi al mare, pur facendo sempre attenzione al terreno accidentato e alle rocce friabili. Il rumore delle onde che si infrangono sugli scogli ci accompagna lungo l’intero cammino. Ma le rocce e il mare non sono gli unici protagonisti dell’escursione: il percorso è ideale per ammirare la flora locale, che comprende alcune piante presenti unicamente su questa isola, come l‘erba croce e il limonio di Linosa. Lungo il sentiero abbondano inoltre piante e arbusti tipici delle isole Pelagie, come lentisco, euforbia e timo arbustivo. Molto evidenti sono soprattutto i rigogliosi cespi verdi delle piante di cappero, che crescono spontanee sulle rocce vulcaniche ricche di sali minerali. La coltivazione del cappero, insieme alle lenticchie, è largamente diffusa a Linosa.
Arrivati alla fine del sentiero in circa 20 minuti, davanti a noi si trova la parete rocciosa del Monte Calcarella, un’alta scogliera di roccia vulcanica tufacea, a piccolo sul mare, con colori che vanno dal rosso porpora all’ocra. A causa dell’alto rischio di frane, non è possibile portarsi a ridosso della scogliera o scalarla, ma possiamo ammirare da lontano gli splendidi colori delle sue rocce.
Il monte Calcarella alla fine del percorso
Vista sul mare
Una pianta di cappero selvatico