Il trekking al Colle Baranca è una delle più celebri escursioni in Valsesia. Un bellissimo itinerario che, partendo da Santa Maria di Fobello, in Val Mastallone, ripercorre quella che è stata un’importante via di comunicazione, oltre che una popolare meta turistica tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. L’escursione segue quasi interamente il percorso di una antica mulattiera lastricata che procede parallela al torrente Mastallone, risalendone il corso fino ad arrivare allo splendido lago Baranca e all’omonimo passo.
Meta finale di questo trekking in Valsesia sono le rovine di Villa Aprilia: si tratta di una residenza di montagna abbandonata appartenuta alla famiglia dei Lancia, fondatori della famosa casa automobilistica. Qui potremo osservare le architetture in stile liberty che ancora oggi emergono tra le rovine, tra cui un suggestivo colonnato che si affaccia sulla valle.
Questa escursione, con i suoi 10 km circa per 650 metri di dislivello, non è particolarmente difficoltosa. Lungo il percorso si trovano 2 rifugi alpini e alcuni alpeggi dotati di fontanili, fattori che rendono questo trekking adatto anche a bambini, famiglie ed escursionisti non abituali.
Val Mastallone e colle Baranca: una storica via di comunicazione
La Val Mastallone, luogo di partenza privilegiato per raggiungere il colle Baranca, è una delle vallate secondarie della Valsesia. Prende il nome dal torrente Mastallone, affluente del Sesia, che qui vi scorre. Il colle, grazie alla sua modesta altitudine e alla posizione strategica, ha svolto nei secoli un ruolo fondamentale come via di comunicazione tra la Valsesia e la valle Anzasca: per questo la val Mastallone è ricchissima di testimonianze storico-architettoniche. La bellezza delle montagne valsesiane, infatti, rese la vallata una meta di villeggiatura molto popolare durante la Belle Époque: nei paesi di Fobello, Cravagliana e Rimella si possono ancora oggi ammirare molte ville signorili costruite durante quel periodo. Sul colle svetta invece, oltre alla iconica Villa Aprilia, un piccolo albergo edificato nel 1886 come punto di appoggio per i viandanti.
Vista sulla Val Mastallone
Il passo Baranca fu molto importante anche dal punto di vista strategico: nell’Ottocento fu infatti percorso da diversi contingenti di soldati piemontesi nel corso della seconda guerra d’indipendenza italiana. Durante la seconda guerra mondiale divenne una delle principali vie di fuga verso la Svizzera, e fu teatro di vari combattimenti tra i partigiani e le milizie nazi-fasciste.
Sebbene sia ormai lontano dai fasti del primo Novecento, questo angolo della Valsesia continua a essere molto frequentato soprattutto dagli escursionisti, che restano ancora affascinati, oggi come ieri, dalla bellezza delle sue montagne.
La storia di Villa Aprilia: dagli antichi fasti al decadimento
Villa Aprilia, meta finale della nostra escursione in Valsesia, fu costruita dall’architetto e ingegnere Costantino Gilodi (1853 – 1918), uno dei principali artefici dell’espansione urbanistica di Torino tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Gilodi, valsesiano di origine, aveva già progettato diverse ville signorili nel paese di Fobello e volle costruire proprio sul Colle Baranca la sua residenza personale, la cui costruzione vene ultimata nel 1908. Il “Villino Gilodi”, come era allora chiamato, era dotato di un ampio giardino realizzato mediante la costruzione di un terrapieno, un lavatoio addossato alla cinta muraria e una fontana circolare affacciata sul lago Baranca.
Alla morte dell’architetto, nel 1918, la villa fu ceduta alla famiglia dei Lancia, originari di Fobello e fondatori della omonima catena automobilistica. I Lancia ribattezzarono la residenza in “Villa Aprilia”, in onore del famoso modello d’auto da loro prodotto, e la utilizzarono per molti anni come residenza estiva. Più tardi, durante la seconda guerra mondiale, l’edificio fu utilizzato dalle brigate partigiane come fortino e magazzino per le munizioni fino a quando, durante il rastrellamento del 4-5 aprile 1944, fu incendiata dalle truppe nazifasciste. Da allora la villa versa in uno stato di abbandono, nonostante sia ancora di proprietà della famiglia Lancia.
Le rovine della villa come appaiono ai giorni nostri
Trekking al Colle Baranca in Valsesia: partenza da Santa Maria di Fobello
Dopo aver lasciato la macchina presso l’ampio parcheggio dell’Alpe La Gazza, ci mettiamo in marcia lasciandoci alle spalle le ultime case dell’abitato di Santa Maria. In questo punto si trova una fontana che ci permette di riempire le borracce prima dell’escursione, anche se troveremo altri fontanili più avanti. La strada si sviluppa da subito in una salita mediamente sostenuta, procedendo a mezza costa lungo il versante montuoso. Il piacevole fragore del torrente Mastallone, che scorre a valle appena sotto di noi, ci accompagnerà fino al colle.
Dopo circa 1 km attraversiamo un ponte e ci portiamo sul lato opposto del torrente, procedendo sempre a mezza costa in un bosco poco fitto. Gli alberi in breve tempo si fanno più radi, lasciando il posto a bassi cespugli. Anche il sentiero in terra battuta si trasforma via via in una stradina lastricata: si tratta della vecchia mulattiera realizzata nel 1887 per rendere più agevole il collegamento tra Fobello, in Val Mastallone, e Bannio, in Valle Anzasca.
La mulattiera che conduce al passo Baranca
Proseguiamo il nostro trekking in Valsesia lungo il sentiero lastricato per circa 2,5 km, ritrovandoci poi all’Alpe Baranca, un alpeggio incastonato tra le cime montuose, sempre attraversato dal torrente Mastallone. Qui è presente un comodo e attrezzato rifugio dove fare tappa subito, oppure più tardi sulla via del ritorno.
Vista sull’Alpe Baranca e sul rifugio alpino
La cascata e il Lago Baranca
Proseguiamo lungo la mulattiera che, dopo un tratto quasi pianeggiante in corrispondenza dell’Alpe Baranca, si fa decisamente più in pendenza. Dopo aver sorpassato una piccola e rudimentale chiesetta alpina, iniziamo a intravedere davanti a noi la suggestiva cascata originata dal lago Baranca, che precipita lungo un vasto sperone di roccia: l’aspetto ricorda vagamente la ben più maestosa e conosciuta cascata del Toce. Affrontiamo due tornanti procedendo a mezza costa: la cascata si fa sempre più vicina, così come aumenta il suo fragore, fino a quando, superato il torrente tramite un ponticello, appare davanti a noi il vasto lago Baranca (1770 m).
Il bacino appare poco profondo, dalle acque ferme e trasparenti che lasciano intravedere le pietre sul fondale. Spesso il lago appare invaso da piante acquatiche, che contribuiscono a dare alle sue acque una piacevole tonalità verdognola.
Il sentiero costeggia le sponde del lago, tenendosi alla sua sinistra. In questo punto raccomando di non uscire dal sentiero in quanto il terreno, solcato da numerosi corsi d’acqua, può risultare umido e instabile, similmente a ciò che accade ai terreni umidi di torbiera.
Trekking in Valsesia: Alpe Selle e arrivo a Villa Aprilia
Proseguiamo la nostra marcia, scorgendo davanti a noi il gruppo di baite che compongono l’Alpe Selle; più a sinistra, si notano finalmente le rovine di Villa Aprilia, che spiccano su un piccolo promontorio roccioso sopraelevato. Lasciatoci alle spalle il lago, e superata una deviazione sulla destra che conduce al vicino Rifugio Alpe Selle, affrontiamo una salita che ci porta in circa 10 minuti all’Alpe Selle (1824 m). L’alpeggio ospita alcune baite, un vecchio albergo abbandonato, un paio di fontanili e dei tavoli.
Il terrapieno che ospita le rovine della villa, visto dal lago Baranca
Panorama dal colonnato della villa, con il lago Baranca in lontananza
Attraversiamo le baite raggiungendo finalmente la villa. Il frontone dell’arco d’ingresso, che reca la scritta “Villa Aprilia”, dal 2020 giace purtroppo a terra, crollato a causa della neve. Ci perdiamo a esplorare l’edificio principale della villa: mentre le pareti sono solo parzialmente in rovina, il tetto è invece completamente crollato, ragion per cui non è possibile visitare l’interno dell’edificio. L’unico passaggio ancora sfruttabile è quello del suggestivo colonnato, ancora in piedi e in buono stato. Possiamo osservare molti particolari architettonici, tipicamente liberty, tra cui le ricorrenti volute che troviamo nel colonnato, nel lavatoio e nell’arco di ingresso.
Con la visita a Villa Aprilia, il nostro trekking in Valsesia e al Colle Baranca può dirsi concluso: è tempo di tornare indietro.
Attenzione: come indicano i cartelli esposti in loco, i resti della villa sono pericolanti e il rischio di crolli è elevato. Raccomando dunque di esplorare i ruderi con la dovuta cautela, evitando di avvicinarsi troppo e di correre rischi inutili.
Ritorno a Fobello
Per chi volesse proseguire, dall’Alpe Selle è possibile percorrere il sentiero che porta al Colle d’Egua (2239 m), panoramicissimo passo di montagna, dove si arriva in circa 1 ora e 30 minuti affrontando altri 400 metri di dislivello.
Per il ritorno si ripercorre invece la medesima strada a ritroso. I rifugi Alpe Selle e Alpe Baranca, presenti sul percorso, offrono la possibilità di effettuare una sosta per ristorarsi.