Agro, Ragozza, Tschawinersee, Monscera, Arza, Paione. Non è uno strano scioglilingua: sono i nomi dei numerosi laghi alpini che si possono incontrare durante un’escursione in alta val Bognanco e ai laghi Tschawiner in Svizzera. Già, perché questa alta vallata, raggiungibile dalla principale Val Bognanco situata più in basso, è incredibilmente ricca di laghetti, torrenti e corsi d’acqua. A quote più basse vi sono anche diverse sorgenti di acqua minerale dalle proprietà terapeutiche: il paese di Bognanco, situato al centro della valle, è infatti un antico centro di produzione e imbottigliamento di acque minerali, e ospita anche un centro termale piuttosto frequentato.
Descrizione dell’itinerario
L’itinerario qui presentato ha inizio all’Alpe San Bernardo, attraversa l’alta val Bognanco per poi sconfinare in Svizzera nella Valle di Zwischbergen (Val Vaira in italiano), dove s’incontrano diversi laghi alpini. L’itinerario, circa 16 km e 800 mt di dislivello, si snoda in un territorio molto selvaggio, tra boschi, mulattiere che si sviluppano tra bassi cespugli, passi alpini e pietraie. A causa della lunghezza del percorso e di alcuni tratti esposti e molto ripidi, questa escursione richiede allenamento e una buona esperienza di montagna, oltre a un discreto senso dell’orientamento: in alcuni punti il sentiero è poco visibile ed è facile sbagliare strada.
Dal San Bernardo al rifugio Gattascosa
Per raggiungere l’Alpe San Bernardo in macchina, da Domodossola si seguono le indicazioni per Bognanco; una volta arrivati in paese ci lasciamo sulla sinistra il centro tremale e prendiamo la svolta sulla destra. Superiamo la località San Lorenzo e procediamo lungo la strada asfaltata, guidando per circa 20 minuti lungo numerosi tornanti. Lasciamo l’auto presso l’ampio parcheggio del rifugio San Bernardo (1630 m) e imbocchiamo il sentiero D0 che porta al rifugio Gattascosa (1 h 15 m). Ci inoltriamo subito nel bosco: il percorso è piacevole, in lieve salita, su strada larga e relativamente poco accidentata. Ottima zona per cercare funghi durante l’autunno.
Dopo 1 km abbandoniamo l’ampia mulattiera, prendendo la svolta a destra e superando un torrente: il sentiero si fa ora molto più stretto, accidentato e in maggiore pendenza. Un cartello ci dice che a poca distanza da noi si trova il lago di Agro: lo si scorge appena, dato che è completamente immerso nella vegetazione (non esiste infatti un sentiero per arrivarci, si procede nel bosco). Dopo 15 minuti di cammino attraversiamo la torbiera di Gattascosa, sede di un antico lago non più esistente: una comoda passerella in legno ci permette di oltrepassare agevolmente la torbiera. Superata una salita piuttosto impegnativa, incontriamo il primo bacino d’acqua, il Lago Ragozza (1960 m), che merita una piccola sosta per fare qualche foto. Altri 10 minuti di cammino e arriviamo al rifugio Gattascosa (2000 m), da cui si gode di una bella vista su tutta la vallata. Qui si può fare rifornimento d’acqua presso la fontana che si trova appena fuori dal rifugio.
Il lago Ragozza durante il disgelo primaverile
Dalla Bocchetta di Gattascosa ai laghi Tschawiner
Dal rifugio prendiamo l’arduo sentiero in salita che conduce alla Bocchetta di Gattascosa, il passo montano che separa la Val Bognanco dal Canton Vallese. Questo tratto è molto ripido (alcuni punti arrivano al 30% di pendenza) ma relativamente breve; alcuni cespugli di mirtilli giacciono a lato del sentiero, e scorgere i piccoli puntini blu dei frutti maturi aiuta a distrarre dalla fatica. In breve tempo la mulattiera si perde in una pietraia ed occorre procedere con cautela attraverso i sassi, prestando attenzione a scorgere i segnali biancorossi che segnano il percorso. Un cartello posto su un grosso masso indica la Bocchetta di Gattascosa (2158 m), nonché il confine Italia / Svizzera. Sul lato elvetico le indicazioni diventano vaghe e trovare il giusto sentiero può diventare complicato senza una buona cartina o il GPS.
Superato il passo ci ritroviamo in una distesa erbosa disseminata di cespugli di mirtillo selvatico; seguiamo il sentiero che svolta sulla destra e dopo pochi minuti incontriamo il primo dei numerosi laghetti alpini chiamati Tschawinersee (dal dialetto “Giavine”, ovvero pietraie). Purtroppo, durante la mia escursione effettuata a settembre 2022, questo lago era completamente in secca, un chiaro segno dei cambiamenti climatici e della siccità estrema che ha caratterizzato questo anno. Proseguiamo lungo una pietraia poco invitante, da attraversare con cautela; sotto di noi si scorge un altro laghetto, che raggiungeremo più avanti. Superata la pietraia costeggiamo prima un altro lago dal colore azzurro-turchese e successivamente il più esteso dei laghi Tschawiner (2175 m). Le sue rive sono un luogo ideale per fare una pausa con spuntino annesso. Se la giornata è calda si può provare a bagnarsi i piedi nelle sue acque, fredde ma molto invitanti.
Costeggiando il lago, si procede ora in discesa lungo una mulattiera, toccando altri due laghi minori, e successivamente di nuovo in salita; questo tratto, in caso di cielo sereno, regala una magnifica vista sulle alpi Svizzere, lascando scorgere cime sui tremila e addirittura quattromila metri come il Fletchorn. Rientriamo in Italia superando nuovamente la bocchetta di Gattascosa e ritorniamo presso il rifugio Gattascosa (circa 1 ora di cammino dal lago Tschawiner più grande).
Passo di Monscera e ritorno lungo la carrozzabile
L’ultima parte dell’escursione è la più facile e tranquilla: si imbocca la strada carrozzabile che parte dal rifugio e porta all’Alpe San Bernardo dopo aver descritto un lungo giro lungo la val Bognanco. Dopo qualche minuto di cammino troviamo una deviazione sulla sinistra che ci permette di raggiungere, in circa 15 minuti, il passo di Monscera (2102 m), formato da una grande distesa erbosa. In caso di cielo limpido, da qui si può godere di una magnifica vista sulle alpi svizzere. Nelle vicinanze troviamo un altro bel laghetto: durante la mia escursione l’ho trovato completamente in secca, ad eccezione di una misera pozza d’acqua di non più di 2 metri di diametro. Sicuramente ha visto tempi migliori.
Il lago di Monscera quasi completamente in secca a causa della siccità
Tornati indietro sulla strada carrozzabile, proseguiamo in discesa camminando per 40 minuti buoni: il percorso è facile e tranquillo, a tratti quasi noioso. Dopo un po’ gli alberi iniziano a farsi più presenti e ci ritroviamo di nuovo nel bosco. All’altezza dell’Alpe Paione la strada diventa asfaltata e prosegue con questo fondo fino al termine dell’escursione. Camminare sull’asfalto con gli scarponi da trekking non è certo l’ideale: consiglio quindi di procedere sull’erba / terriccio a lato della strada. L’ultimo tratto è caratterizzato da numerosi tornanti con una pendenza più sostenuta. Dopo aver superato il Rio Rasiga tramite un ponticello, la strada asfaltata torna a essere in leggera salita procedendo in mezzo al fitto bosco, con numerose piante di lamponi sul ciglio della strada, fino a che non si ricongiunge al parcheggio dell’Alpe San Bernardo. Escursione terminata: possiamo riprendere la macchina, un po’ stanchi ma sicuramente soddisfatti del bel giro.
Considerazioni sul percorso
Quest’area dell’alta Val Bognanco, pur non offrendo panorami particolarmente memorabili (la vista migliore si ha dai laghi del Paione), offre una incredibile varietà di paesaggi incontaminati, dal fitto bosco ai sentieri di montagna, oltre ai suoi numerosissimi laghetti e corsi d’acqua disseminati qua e là. La parte del percorso che si sviluppa in Svizzera è la più difficoltosa, non adatta ad escursionisti principianti o bambini: prevede il superamento di pietraie, tratti esposti e strette mulattiere. Inoltre, può essere percorso solo durante la bella stagione: in inverno, oltre alla neve abbondante, vi è un alto rischio di smottamenti e slavine.
In alternativa, si può fare un percorso ad anello più semplice (circa 9,5 km con 530 m di dislivello) e adatto a tutti, comprese famiglie con bambini: si arriva fino al rifugio Gattascosa (dove si può pranzare) passando sempre dal sentiero D0, senza sconfinare in Svizzera, per poi tornare al San Bernardo lungo la comoda strada carrozzabile. Quest’ultimo tratto è adatto anche alla MTB e si presta a belle ciaspolate in inverno, con la presenza di neve fresca.