Una meravigliosa vista a 360° sulla pianura Padana, sul lago di Como e sulle Alpi innevate: questo è ciò che si gusta dalla vetta del Monte San Primo, probabilmente il miglior panorama di tutto il Triangolo Lariano. Il San Primo non ha certo bisogno di presentazioni: si tratta di una vetta ben conosciuta e frequentata soprattutto da escursionisti milanesi e brianzoli, grazie alla sua vicinanza alla pianura e alla relativa semplicità del percorso. Per salire in cima al monte vi sono numerosi sentieri. Il più facile e più famoso, descritto di seguito, è quello che parte dalla Colma di Sormano: anche se piuttosto lungo (16 km circa tra andate e ritorno), si tratta di un sentiero privo di difficoltà, molto panoramico e percorribile in qualsiasi stagione. Esistono percorsi alternativi che partono dal paese di San Primo o da Piano Rancio, risalendo il versante nord della montagna; si tratta di itinerari più brevi ma più difficoltosi a causa della maggiore pendenza.
Il sentiero dalla Colma di Sormano al San Primo, come già detto, può essere percorso sia in estate che in inverno. Durante i mesi invernali, in presenza di neve non fresca, può essere affrontato anche senza ciaspole: essendo molto frequentato, è facile trovare il sentiero già battuto. È comunque opportuno avere con sé i ramponi o i ramponcini antiscivolo, che possono aiutarci molto soprattutto nella parte finale dell’escursione.
Per godersi appieno il panorama offerto dal percorso e dalla vetta, l’inverno è sicuramente la stagione migliore: l’aria più pulita, infatti, permette di avere una vista nitida e ottimale anche sulle cime montuose più distanti. In estate, soprattutto nelle giornate più afose, l’aria calda e carica di umidità che sale dal lago crea spesso una fastidiosa foschia che rende meno nitida la visione.
Il Monte San Primo e il Triangolo Lariano
Il Triangolo Lariano è una penisola montuosa compresa tra i due rami del lago di Como; ha come vertici le città di Como, Lecco e Bellagio. I rilievi montuosi prealpini, che occupano interamente il suo territorio, si caratterizzano per le loro forme dolci e arrotondate, e ospitano moltissimi percorsi escursionistici di scarso impegno fisico (adatti quindi a tutti, anche a principianti e famiglie) ma mai monotoni. Il Monte San Primo, con i suoi 1682 metri, rappresenta la vetta più elevata del Triangolo, assieme al Palanzone (1436 m), il Corno Occidentale di Canzo (1373 m) e il Bolettone (1317 m). Nonostante la sua modesta altitudine, dal San Primo si gode di una delle più belle viste sul Lago di Como, sulle Alpi, sulle Prealpi Comasche e addirittura, nelle giornate limpide, su parte degli Appennini, tanto da essere considerata la montagna più panoramica di tutto il territorio fra Como e Lecco.
Partenza dalla Colma di Sormano
Il punto di partenza della nostra escursione è la Colma di Sormano (1123 m), un valico prealpino situato proprio al centro del Triangolo Lariano. Dista un’oretta e mezza di auto da Milano o Varese e un’oretta da Como e Lecco. Si può raggiungere facilmente dai paesi di Canzo/Asso o dal paese di Nesso, situato sulla sponda del lago. È consigliato raggiungere la Colma salendo da Canzo in quanto la strada che sale da Nesso è piuttosto stretta e tortuosa. Alla Colma, oltre al belvedere sulla Brianza e sulle montagne lecchesi, sono presenti un ristoro e un piccolo osservatorio astronomico. Qui si trova inoltre l’arrivo del famoso Muro di Sormano, celeberrima salita nota tra gli appassionati di ciclismo per la sua difficoltà.
Parcheggiamo l’auto in uno dei posteggi a pagamento presenti nella zona. A causa del numero non elevatissimo di parcheggi, consiglio di raggiungere la località entro le prime ore della mattina per assicurarsi di trovare posto, soprattutto nel weekend. Il sentiero che conduce al San Primo, ben visibile già dalla strada, si trova sulla destra del ristoro, in corrispondenza dell’arrivo del Muro di Sormano. In alternativa si può imboccare il sentiero che parte dal parcheggio del ristorante e procede lungo il crinale del monte Cippei (1230 m), passando dal piccolo osservatorio astronomico, per poi ricongiungersi più avanti al sentiero principale. Ci inoltriamo in un bosco di faggi e betulle senza grosse difficoltà, lungo una strada ben larga con una blanda pendenza; il terreno si mantiene sterrato con brevi tratti cementati.
Dall’Alpe Spessola al Monte San Primo
Il sentiero prosegue alternando tratti boscosi e spiazzi, con un andamento per lo più pianeggiante. Al momento della mia escursione, effettuata a dicembre, non vi era neve su questa parte del sentiero, ma la cima imbiancata del San Primo, ben visibile davanti a me, lasciava intendere chiaramente che l’avrei trovata più avanti. Superata la località Colma del Bosco (1233 m), giungiamo dopo 1 ora circa all’Alpe Spessola (1237 m). Da questo punto in poi la pendenza inizia ad aumentare, pur senza risultare eccessiva ad eccezione dell’ultimo strappo verso la vetta.
Il sentiero prosegue lungo un fondo cementato e abbastanza largo, tanto da essere adatto anche alla mountain bike. Dopo aver superato un cancello adibito al contenimento degli animali da pascolo, si superano alcuni tornanti risalendo le pendici del Monte Ponciv (1452 m). Alle nostre spalle si può ammirare la maestosa Grigna Settentrionale, la Grignetta e, più in lontananza, il Resegone. Dopo aver superato la Bocchetta di Terrabiotta (1536 m), il sentiero principale prosegue costeggiando le pendici del Monte San Primo. Come variante, è possibile percorrere il sentiero che corre lungo la cresta, che offre un miglior panorama ma anche alcuni saliscendi che aumentano la difficoltà. Da questo punto in poi la neve si fa molto più presente ed è utile aiutarsi con i ramponcini antiscivolo.
La vetta del San Primo e il panorama sul lago
Nell’ultima mezz’ora di cammino, dall’Alpe di Terrabiotta in poi, si concentrano gli ultimi 150 m di dislivello e la pendenza si fa decisamente più sostenuta. Gli ultimi metri, complice anche l’abbondante neve al suolo, si rivelano essere i più difficili, ma in breve tempo si guadagna infine la vetta del San Primo (1682 m). La sensazione che si prova è quella di essere sul tetto del mondo, cosa effettivamente vera in quanto ci troviamo nel punto più alto nel raggio di parecchi chilometri.
La cima del monte San Primo con la croce di vetta
La vista che si apprezza dalla cima è impagabile: a nord si distinguono chiaramente i due rami del lago di Como, con la penisola di Bellagio che segna il vertice del Triangolo Lariano. Più in lontananza, le cime innevate delle Alpi. Verso ovest, in caso di cielo terso, si può distinguere chiaramente la sagoma del massiccio del Monte Rosa. A sud si apprezza la pianura Padana oltre alle cime più alte nei dintorni, come il Palanzone e il Bolettone. Verso est, infine, domina il panorama il gruppo delle Grigne.
Lo spazio in vetta è piuttosto limitato, tant’è che nei weekend dei mesi estivi può risultare addirittura sovraffollata, ma un piccolo spazio dove sederci o sdraiarci si troverà sempre. Consumare qui l’eventuale pasto portato da casa, godendo del formidabile belvedere, è d’obbligo.
Il panorama sul triangolo lariano e sul Monte Rosa
Discesa dal monte e ritorno
Il ritorno avviene ripercorrendo il medesimo tragitto dell’andata. Occorre prestare particolare attenzione scendendo dalla vetta, a causa dell’elevata pendenza. In presenza di neve, soprattutto in discesa, è altamente raccomandato l’uso di ramponi o ramponcini. Lungo il ritorno possiamo godere di nuovo della vista sulle Grigne, che si trovano in line retta davanti a noi. In poco meno di 2 ore di cammino ci ritroviamo nuovamente alla Colma, dove possiamo dare un’ultimo sguardo al panorama prima di ripartire.