La Val Gerola, appartenente al comprensorio montuoso delle Alpi Orobie valtellinesi, è una delle valli minori che si dipanano dalla più ampia Valtellina. Tranquilla, solitaria e dal paesaggio incontaminato, la Val Gerola è contornata da numerose cime montuose, tra cui spiccano, oltre al famosissimo pizzo dei Tre Signori, il pizzo di Trona, il monte Valletto e il monte Ponteranica; al termine della valle, il passo Salmurano fa da collegamento con la Val Brembana. Tra i numerosi tesori naturali che questo territorio nasconde vi sono diversi laghetti alpini, uno più bello dell’altro: il lago di Pescegallo, il lago dell’Inferno, il lago di Trona e il lago Zancone. Questi ultimi due rappresentano la meta finale di questo trekking in Val Gerola di media difficoltà, che attraversa ambienti selvaggi fatti di pietraie, boschi di conifere e strette mulattiere.
Descrizione e difficoltà del percorso
Protagonista di questa escursione è il Pizzo di Tronella (2311 m), la cui sagoma ci accompagnerà per tutta la durata dell’itinerario. Questa aguzza cima è più comunemente nota dai valligiani come Pizzo del Mezzodì in quanto, in passato, la sua ombra veniva presa come riferimento per riconoscere le ore della giornata, come una sorta di gigantesca meridiana. Meta finale della camminata sono invece il lago di Trona e il lago Zancone, l’uno dalle acque scure e profonde, l’altro color smeraldo, limpido e cristallino. Il paesaggio che si attraversa è indubbiamente di grande fascino: rocce, pietraie e massi disseminati tra i prati, circondati da scoscese pareti verticali, fatte di pizzi e guglie acuminate. Guglie che tuttavia lasciano spazio in molti punti a spettacolari scorci panoramici sulla Valtellina.
Il lago di Trona con la sua diga e il lago Zancone visti da Cima Piazzotti. Image credits: MatthewGhera via Wikimedia Commons
Questo itinerario è adatto a buoni camminatori e a chiunque abbia un minimo di esperienza di montagna. Non presenta particolari difficoltà, ad eccezione di una salita abbastanza ripida e di due pietraie che si dovranno necessariamente attraversare. Se si soffre particolarmente di vertigini, questo percorso potrebbe non essere il più consigliato, in quanto vi sono diversi tratti abbastanza esposti. Infine, ricordatevi di portare una abbondante scorta d’acqua con voi (si può fare rifornimento a Pescegallo), in quanto non vi sono fontane lungo la strada.
Come arrivare a Pescegallo in Val Gerola
Pescegallo, punto di partenza della nostra escursione, è una frazione del paese di Gerola Alta, il maggiore centro abitato della valle. Nota per la presenza di una stazione sciistica, dove si pratica lo sci alpino, la località è raggiungibile da Morbegno imboccando sulla destra (se si proviene da Milano) la deviazione indicante la SP7 della Val Gerola. Superata Gerola Alta, la strada prosegue fino a terminare a Pescegallo, dove possiamo posteggiare nei pressi della stazione di partenza della seggiovia, in corrispondenza di un grande piazzale che funge da parcheggio. Una curiosità: il toponimo Pescegallo potrebbe derivare da una italianizzazione del dialetto pesc – abete – e gallo, riferito al gallo cedrone, oviparo che abbonda nel territorio e che si ciba volentieri di aghi e ramoscelli di abete.
Il percorso
Lasciata l’auto nel piazzale della seggiovia a Pescegallo (1459 m), facciamo il pieno alla borraccia servendoci della fontanella lì vicino. Oltrepassato un ponte, appena prima dell’inizio del bosco, vi è un bar ristoro: il sentiero per i laghi di Trona e Zancone si trova sulla destra dell’edificio. Questo percorso si sviluppa in un lungo tratto in salita, risalendo le pendici del Pizzo di Tronella per poi aggirare il versante settentrionale della montagna.
Dopo aver superato alcune baite, il percorso entra in un fitto bosco di conifere, procedendo da subito in salita su fondo piuttosto sassoso e disconnesso. Arrivati a un rudere con un segnavia, teniamo la destra per i laghi, inoltrandoci nella cosiddetta Tronella, una piccola valletta minore. Dopo circa 1 km superiamo una serie di ruscelli: alcuni sono dotati di un comodo ponticello, mentre per superare gli altri si rende necessario sfruttare i sassi asciutti. Da questo punto in poi gli alberi iniziano a farsi più radi, mentre la pendenza aumenta considerevolmente: risaliamo alcuni ripidi tornanti fino a convergere sul sentiero che procede a mezza costa sul Pizzo. Dopo aver finalmente ripreso fiato, teniamo la destra e camminiamo su un tratto ora pianeggiante e completamente esposto al sole, fino a raggiungere un suggestivo dosso panoramico, dove si trovano una pozza e una baita chiamata Piic: siamo a quota 1835 m.
Lago di Trona e Lago Zancone
Il sentiero prosegue volgendo a sinistra e salendo lievemente verso l’imbocco della Val Pianella, dove si trovano i due laghi. Questa è la parte più panoramica della nostra escursione in Val Gerola: alla nostra vista si apre uno spettacolare scorcio sulla bassa Valtellina e sulle cime più lontane. Fanno capolino anche i paesi a valle, tra cui Morbegno.
Attraversiamo ora un’ampia pietraia facendo la dovuta attenzione, in particolare se sono presenti dei cumuli di neve residua. Davanti a noi scorgiamo la sponda settentrionale del lago di Trona (1805 m), il maggiore dei due laghetti, caratterizzato dall’omonima diga. Superata la pietraia si giunge ad un bivio: andando a destra si scende subito alla diga di Trona, mentre a sinistra si prosegue per il lago Zancone.
Il maestoso Lago di Trona con la sua diga in lontananza. Photo credits: Sabrina Copertini (IG: @sabrinacopertini)
Imbocchiamo la biforcazione sulla sinistra, attraversando un’altra pietraia e camminando in leggera discesa per circa mezz’ora, fino a costeggiare il bellissimo lago Zancone (1856 m), che giace proprio ai piedi del maestoso Pizzo di Trona. Le acque, poco profonde e di un meraviglioso color azzurro turchese, lasciano intravedere il fondo pietroso, in uno stupendo gioco di trasparenze. Ci concediamo una meritata pausa consumando i panini portati da casa, per poi sdraiarci sul prato in riva al laghetto. I più temerari possono bagnarsi nelle acque gelide ma davvero invitanti.
Le acque trasparenti del lago Zancone. Photo credits: Sabrina Copertini (IG: @sabrinacopertini)
Il ritorno
Dopo esserci riposati e rifocillati sulle sponde del lago, riprendiamo la marcia tornando indietro fino al bivio incontrato prima della pietraia; qui prendiamo la sinistra, seguendo lo stretto sentiero che scende verso il lago di Trona, che si trova 50 metri più in basso rispetto allo Zancone. Costeggiamo il bacino d’acqua fino ad arrivare allo sbarramento della diga di Trona, che merita certamente una sosta per scattare qualche foto. Ci avviamo poi sulla strada del ritorno, seguendo il sentiero che risale un’altura. Incontriamo nuovamente, poco dopo, la svolta per il lago Zancone: per tornare a Pescegallo teniamo la sinistra, ripercorrendo la medesima strada dell’andata.