Meta ben conosciuta tra gli escursionisti varesotti e milanesi, il trekking ai Pizzoni di Laveno è un’escursione ad anello molto emozionante lungo un sentiero a strapiombo sul lago, che regala una memorabile vista sul lago Maggiore e sulle Alpi. Pur essendo una meta facilmente raggiungibile sia in auto che in treno, servendosi della stazione di Laveno-Mombello, non è un’escursione per tutti: gran parte del sentiero si sviluppa lungo una cresta montuosa piuttosto esposta, il fondo è spesso accidentato e la vegetazione molto folta e invasiva. Un ambiente selvaggio che richiede passo sicuro e almeno un minimo di esperienza di montagna, ma che regala forti emozioni ed è in grado di appagare anche gli escursionisti più temerari. In questo articolo vi propongo un percorso ad anello con una variante: oltre ai Pizzoni di Laveno, guadagneremo il vicino Monte Nudo, un’altra vetta panoramica delle prealpi varesine
I Pizzoni di Laveno e il Monte Nudo
I cosiddetti Pizzoni di Laveno, frequente meta di trekking, sono tre rilievi montuosi le cui cime in rapida successione (986m 1018m e 1035m) costituiscono un crinale montuoso che si eleva per quasi 900 metri dal livello del lago, caratteristica che li rende molto imponenti a colpo d’occhio, nonostante l’altitudine piuttosto modesta. I Pizzoni prendono il loro nome dal centro abitato di Laveno-Mombello, situato nelle immediate vicinanze. Sulle pendici, così come sulle vette, la vegetazione è molto rigogliosa tanto che la montagna, vista da lontano, risulta completamente ricoperta di alberi. Nonostante ciò, la cima più occidentale dei Pizzoni è abbastanza spoglia e regala uno splendido panorama sul lago Maggiore agli escursionisti che vi sia avventurano.
Anche il vicino Monte Nudo, a dispetto del nome, è completamente ricoperto di alberi. La sua denominazione è infatti una reminiscenza del passato: originariamente il monte era spoglio di vegetazione, e tale rimase fino ad alcuni decenni fa, quando una massiccia opera di rimboschimento ha capovolto la situazione. In anni recenti, complici anche alcune tempeste di vento e trombe d’aria verificatisi nella zona, moltissimi alberi sono purtroppo caduti, spogliando nuovamente alcune zone del monte. Dalla vetta del Monte Nudo, la più alta (1237 m) del gruppo montuoso compreso tra la Valcuvia e Laveno, si può godere di un magnifico scorcio sul lago e sulle Alpi Svizzere.
Partenza da Vararo
Il percorso ha inizio a Vararo, una piccola frazione di Cittiglio che sorge proprio alle pendici dei Pizzoni a 700 metri di altitudine. L’abitato si raggiunge in auto seguendo la strada provinciale 8 da Cittiglio, che procede lungo una serie di tornanti; la strada è piuttosto stretta e con molte curve cieche o con scarsa visibilità: raccomando quindi prudenza nella guida. In paese è presente un parcheggio piuttosto ampio e gratuito, situato in prossimità del cimitero. Dal parcheggio, una volta lasciata l’auto, ci dirigiamo verso il centro del paese per poi svoltare subito a sinistra in Via Gaggiolo, seguendo l’indicazione biancorossa “Variante”. Al termine dell’asfalto manteniamo la destra lungo un sentiero, seguendo l’indicazione per “Casere“ e addentrandoci nel bosco in salita. In breve tempo, dopo appena 1 km, il sentiero termina sulla strada provinciale: svoltiamo a sinistra facendo pochi passi sull’asfalto, per poi imboccare il bivio sulla destra, riconoscibile dalla segnaletica gialla “Pizzoni di Laveno / Passo del Cuvignone”.
Sentiero in vetta e vista panoramica
Il sentiero si inoltra di nuovo nel bosco, procedendo in costante salita. In circa 10 minuti arriviamo al Passo Barbè (900 m), dove troviamo il cartello che indica verso destra per i Pizzoni. Un altro cartello posto invita a non proseguire in quella direzione per via del sentiero pericloso: diamo retta al cartello e andiamo a destra, continuando a seguire le doppie indicazioni biancorosse e gialloverdi. Stiamo camminando sulla cresta montuosa, anche se la fitta vegetazione trae in inganno facendoci percepire la strada come un normale sentiero nel bosco. Si procede in salita tra betulle, faggi e ontani, che iniziano a farsi più radi lasciando intravedere sul sentiero la nuda roccia calcarea ed alcuni scorci di paesaggio.
Guadagniamo gli ultimi metri, abbastanza faticosi, fino ad arrivare al primo dei Pizzoni di Laveno (986 m): la cima offre poco spazio ma è priva di alberi, regalando finalmente una vista incredibile sul lago Maggiore. Ci si rende anche conto dell’importante dislivello altimetrico: sotto di noi vi è un baratro di ben 700 metri, motivo per cui raccomando di prestare molta attenzione, dato che non sono presenti barriere o protezioni di alcuni tipo. Osservando il panorama si distinguono chiaramente davanti a noi Verbania e i monti della Val Grande; più a est il Mottarone e il Vergante. In caso di cielo molto limpido, si distinguono anche il Monte Rosa e le Alpi svizzere. Dalla parte opposta la vista spazia sulla pianura del Varesotto, dove spicca in particolare il Lago di Varese.
Dai Pizzoni di Laveno al Passo del Cuvignone
Ripresa la marcia, continuiamo a camminare in cresta, tuffandoci di nuovo tra la fitta vegetazione. La prima vetta dei Pizzoni è infatti l’unica spoglia: le altre cime sono completamente ricoperte dagli alberi. Il sentiero, sempre stretto e a tratti scosceso, descrive alcuni saliscendi; dopo aver superato le altre due cime (1018 m e 1035 m), si giunge in prossimità del Monte La Teggia (1106 m) dove incontriamo un bivio: a sinistra vi è indicato il rifugio Adamoli (15 min), utile per fare una sosta in caso di bisogno. Proseguendo a destra si arriva, in poco meno di un quarto d’ora, al Passo del Cuvignone (1050 m). Il passo è attraversato dalla strada provinciale 8, che taglia la montagna collegando Cittiglio ai centri costieri di Caldè e Porto Valtravaglia. Da qui possiamo decidere di tornare verso Vararo e concludere così l’escursione con un itinerario ad anello; per chi invece avesse voglia di allungare leggermente il trekking, si può proseguire con una escursione al Monte Nudo, vetta abbordabile e non distante.
Dal Passo del Cuvignone al Monte Nudo
Attraversata quasi perpendicolarmente la strada asfaltata, seguiamo un sentiero fino a ritrovarci su una mulattiera abbastanza ampia, che corre lungo le pendici del Monte Nudo portando in breve tempo in vetta. Esiste anche un altro sentiero che percorre la cresta, ma lo sconsiglio in quanto è molto tecnico ed è pericoloso a causa di alcuni alberi secolari caduti che ostacolano la strada. Camminando lungo la mulattiera, con dolce pendenza, notiamo che la vegetazione è radicalmente cambiata: dai faggi, ontani, felci e betulle dei Pizzoni di Laveno siamo ora passati a una pineta. Abeti dagli imponenti tronchi sfilano accanto a noi man mano che camminiamo; molti sono stati tagliati a causa delle frequenti raffiche di vento della zona, che non mancano di danneggiare e sradicare molti alberi. In circa 30 – 40 minuti si arriva alla deviazione che, seguendo alcuni brevi tornanti, porta alla vetta del Monte Nudo (1237 m), segnata dalla sua croce metallica. Il panorama è bellissimo: si possono ammirare i monti della Valcuvia, di nuovo il Lago Maggiore, i paesi di Luino e Maccagno e la Val Veddasca in lontananza.
Ritorno a Vararo
Lasciatoci alle spalle il Monte Nudo, una volta ripercorsa a ritroso la mulattiera ci ritroviamo di nuovo al Passo del Cuvignone. In prossimità del tornante, appena dopo la fine della mulattiera, si trova il cartello che indica Vararo. Il sentiero, piuttosto stretto, si inoltra nella faggeta in una sostenuta discesa. In breve tempo si esce dal bosco per poi proseguire su un bel crinale erboso, caratterizzato da numerosi affioramenti di roccia calcarea. Guardando davanti a noi si scorgono le case del borgo di Vararo, che raggiungiamo in circa mezz’ora di discesa. Una volta attraversato il caratteristico paese e dopo esserci rinfrescati presso una fontanella, raggiungiamo il parcheggio dove abbiamo lasciato l’auto: la nostra escursione può dirsi ufficialmente conclusa.