Tre laghi, due valli, un solo percorso che li unisce: la pista ciclabile della Valganna e Vamarchirolo attraversa la verde provincia di Varese, snodandosi tra rigogliosi boschi, torrenti, specchi d’acqua e piccoli centri urbani, fino a terminare in Svizzera presso il lago di Lugano. A mio parere, una delle ciclabili più suggestive e divertenti del varesotto, in grado di regalare bellissimi scorci paesaggistici. Unico punto a sfavore, la segnaletica non sempre visibile e presente, soprattutto nella seconda parte dell’itinerario: per questo suggerisco di utilizzare un navigatore o una mappa GPS.
L’itinerario può essere suddiviso in due segmenti distinti. Il primo tratto è la ciclabile della Valganna, di recente realizzazione, caratterizzata da un fondo misto asfalto-sterrato adatto alle mountain bike. Il secondo tratto attraversa la Valmarchirolo sviluppandosi lungo il tracciato della vecchia ferrovia che collegava Ghirla a Ponte Tresa. Questo tratto, anch’esso ciclopedonale, si sviluppa su fondo asfaltato, con alcuni segmenti su strade provinciali: per questo può essere percorso anche con una bici gravel o addirittura in bici da corsa. Naturalmente vanno benissimo anche le city bike, purché dotate di cambi per affrontare meglio il discreto dislivello del percorso.
Dati tecnici (sola andata):
- Valganna (Laghetto Fonteviva – Ghirla): 9 km
- Valmarchirolo (Ghirla – Lavena Ponte Tresa): 11 km
- Lunghezza totale percorso: 20 km
Cosa da non perdere lungo il percorso
Situata a Ganna, è un’abbazia risalente al 1100 – 1125 dedicata al culto di San Gemolo. Per tutto il Medioevo fu un importante snodo viario e rifugio sicuro per i pellegrini.
Un lago di origine glaciale. È balneabile ed ospita un camping e una spiaggia privata, che in estate è piuttosto frequentata.
Una linea ferroviaria in funzione dal 1914 al 1953. Fu progettata per connettere la rete ferroviaria varesina con Lugano e la Svizzera, passando da Ponte Tresa. Oggi, percorrendo la ciclabile, si passa ancora sotto alcune gallerie e sopra un ponte ferroviario sopraelevato.
Deve il suo nome alla ricchezza minerale delle rocce della zona. L’area venne acquistata ai primi del ‘900 da una famiglia borghese che costruì i vialetti e il piccolo laghetto artificiale alimentato dal torrente Dovrana. Il parco ospita anche 4 mulini non più funzionanti, le cui pareti sono abbellite con affreschi di ispirazione cavalleresca.
Una piacevolissima passeggiata lungo le rive del lago di Lugano. Sono presenti chioschi, bar, aree attrezzate e spiazzi erbosi dove prendere il sole o concedersi un bagno.
Ciclabile della Valganna: dal laghetto Fonteviva a Ghirla
Iniziamo la nostra pedalata sulla ciclopedonale della Valganna e Valmarchirolo: la prima parte si sviluppa lungo la Valganna, stretta valle che spezza il massiccio del Campo dei Fiori. La partenza della ciclabile si trova poco prima del laghetto di Fonteviva, presso uno spiazzo a lato della strada statale 233: consiglio di partire da questo punto, dove si può parcheggiare la macchina nel caso in cui si sia caricata la propria bici. In alternativa è possibile partire da Induno Olona (che ospita anche una stazione ferroviaria), distante appena 3 km, procedendo lungo la statale 233. Il primo tratto di pista ciclabile è di recentissima realizzazione e costeggia la statale passando di fianco al laghetto di Fonteviva, un’area di pesca attrezzata. Poco più avanti il terreno diventa sterrato e si procede nel bosco, seguendo le indicazione per Ganna / Bedero Valcuvia; alla strada principale, larga e spaziosa, si possono alternare brevi single tracks su segmenti più stretti e accidentati, ma entusiasmanti. Oltre le chiome degli alberi, il paesaggio è dominato dai monti, tra cui spicca il Poncione di Ganna, montagna tra le più riconoscibili e caratteristiche della zona.
Dopo circa 5 km scorgiamo alla nostra destra il lago di Ganna, un laghetto naturale parte di una riserva faunistica. Poco dopo ci ritroviamo di fronte a un bivio nei pressi di un ponticello: lo attraversiamo, seguendo le indicazioni per Badia di Ganna. Il sentiero sterrato sbuca infine sulla provinciale: siamo nel borgo di Ganna, a brevissima distanza dalla ben conosciuta Badia di San Gemolo. Dalla strada provinciale imbocchiamo la salita di fronte alla badia (via Mondonico), abbandonando Ganna per procedere verso Ghirla.
La Badia di San Gemolo. Photo credits: Ottantafame via Wikipedia Commons
Dal lago di Ghirla a Marchirolo
Il lago di Ghirla fotografato dal Poncione di Ganna
Proseguendo lungo la stradina asfaltata, dopo pochi minuti e alcuni brevi saliscendi ci ritroviamo a costeggiare lo splendido lago di Ghirla. In questo tratto, a causa della presenza di alberi di castano, occorre fare attenzione agli eventuali ricci di castagno caduti sul percorso. Il fitto bosco rivela di tanto in tanto ottime vedute del lago, sempre contornato dai monti: uno scenario che dà quasi l’impressione di essere in Trentino più che nel varesotto.
Scorcio panoramico dalla pista ciclabile
Ci lasciamo alle spalle il lago, uscendo definitivamente dalla Valganna per imboccare la ciclabile della Valmarchirolo. Sorpassiamo il maglio di Ghirla, antico e caratteristico mulino tra i meglio conservati della zona, riconoscibile dalla imponente ruota. Proseguendo sempre dritto, la ciclabile attraversa una strada provinciale per poi giungere, dopo una faticosa salita, presso una frazione denominata Raglio: siamo nella periferia del comune di Cunardo. Aguzziamo la vista per individuare i segnali che indicano la strada – in questo punto non facili da individuare – e ci addentriamo prima a Cugliate Fabiasco e successivamente a Marchirolo. Una volta superato sulla sinistra il cimitero di Marchirolo, si prosegue dritto lungo la strada provinciale fino a quando incontriamo un supermarket proprio davanti a noi, al limitare del paese.
Da Marchirolo a Ponte Tresa, con sconfinamento in Svizzera
Sulla sinistra, appena prima del parcheggio del supermercato, vi è l’imbocco della pista ciclopedonale, che abbandona Marchirolo per addentrarsi nuovamente nel bosco: da qui inizia la parte più bella e divertente del percorso. Affrontiamo una sostenuta discesa lungo alcuni brevi tornanti; dopo circa 1,5 km la pista si sviluppa lungo un ex ponte ferroviario sopraelevato: sotto di noi vi è il parco dell’Argentera, dove possiamo fare una pausa all’ombra e al fresco degli alberi. Attraversato dal torrente Dovrana, il parco dell’Argentera ospita alcuni suggestivi mulini abbandonati ma in ottimo stato di conservazione, le cui pareti sono decorate con affreschi che risalgono a inizio ‘900.
I mulini del parco con i relativi affreschi
Lasciatoci alle spalle il parco, la pista attraversa una strada provinciale per poi procedere di nuovo in discesa. Ci aspetta un altro tratto estremamente emozionante: attraversiamo una serie di gallerie dove una volta passava il treno. Tra una galleria e l’altra, intravediamo in lontananza il lago di Lugano: piccoli scorci che lasciano pregustare il panorama che ci aspetta alla fine del percorso. La discesa continua descrivendo varie curve fino ad arrivare al termine dell’ex tracciato ferroviario, a Lavena Ponte Tresa.
Ci dirigiamo verso il lungolago percorrendo le stradine del paese. La passeggiata sul lungolago, anche se breve, è molto suggestiva. Qui si trovano alcune fontane dove fare rifornimento d’acqua, oltre a vari bar e chioschi in cui rifocillarsi. Proseguendo ulteriormente sul lungolago, è possibile sconfinare in Svizzera, come ho fatto io varie volte: basta superare la dogana e proseguire per Caslano, dove si può costeggiare nuovamente il lago per un certo tratto.
Il ritorno
Il ritorno avviene sempre lungo la pista ciclabile della Valganna e Valmarchirolo, percorrendola semplicemente al contrario. “Semplicemente” potrebbe non essere un aggettivo molto adatto… infatti il tratto da Ponte Tresa a Marchirolo, che all’andata era una costante discesa, diventa ora una lunga salita. Per ciclisti non molto allenati o non abituati ad affrontare salite potrebbe risultare stancante: la pendenza media di questo tratto è del 4,5%, ma procede in modo costante per più di 4 km. In caso di affaticamento consiglio di affrontare questo tratto con calma, concedendosi molte pause. Da Marchirolo in poi l’andamento della pista ritorna ad essere in leggera discesa, dando finalmente tregua. Altri strappi in salita ci attendono nei pressi del lago di Ghirla, per poi proseguire abbastanza tranquillamente fino all’arrivo al laghetto di Fonteviva.