La neve si dissolve riducendosi a pochi cumuli, e la vegetazione inizia pian piano a risvegliarsi: in montagna è arrivata la primavera!
Anche i nostri sensi vengono risvegliati da nuovi stimoli visivi e olfattivi: il momento ideale per fare il pieno di energia con delle lunghe camminate, ammirando le meravigliose fioriture che caratterizzano questa stagione e che tingono i prati di mille colori.
La splendida fioritura dei crochi in montagna. Photo credits: Maria da Pixabay
Le fioriture primaverili in montagna sono molte e diverse tra loro: a seconda dell’altitudine e del tipo di terreno, alcuni fiori sbocciano prima di altri, ed è divertente, oltre che utile, saperli riconoscere durante un trekking o una passeggiata. Ecco quindi un piccolo compendio che illustra alcuni dei fiori di montagna che si possono trovare in primavera. E, se non siete sicuri o non li sapete riconoscere, ricordatevi che esistono moltissime app in grado di darvi informazioni.
Mi raccomando, i fiori e le piante che popolano l’ambiente montano non andrebbero mai raccolti o danneggiati! Molte specie, oltre ad essere protette, possono essere urticanti o velenose se ingerite. Molto meglio limitarsi a immortalare la loro bellezza fotografandole con il proprio smartphone o una buona macchina fotografica.
Fiori di montagna in primavera: ecco i più diffusi
Croco, il principe vanitoso
Chi di noi, facendo escursioni tra marzo e aprile, non è rimasto affascinato dalla vista dei prati costellati di fiori bianchi e violetto? Queste suggestive fioriture, tipiche della montagna in primavera, sono dovute ai Crochi.
Il Crocus vernus, nome scientifico del croco, è meglio noto come “zafferano di montagna”: appartiene infatti alla stessa famiglia del Crocus sativus, pianta dai cui stami si estrae lo zafferano vero e proprio che utilizziamo in cucina. A differenza di quest’ultimo, il Crocus vernus è principalmente una pianta ornamentale; e anzi, può essere addirittura tossica se ingerita.
I fiori del croco, che crescono generalmente solitari e distanziati l’uno dall’altro, possono essere di diversi colori. Principalmente si presentano di un viola acceso o sfumato, bianchi oppure gialli. Le fioriture di croco colorano i prati delle nostre montagne appena dopo il disgelo, ad altezze tra i 500 e i 2000 metri, solitamente tra marzo e maggio, anche se il periodo di fioritura varia in funzione di esposizione, quota e area geografica.
Nonostante il loro aspetto fragile e delicato il Croco è una pianta molto robusta, capace di resistere a intense gelate e ai venti freddi che si abbattono sui versanti montani anche in primavera: questa sua caratteristica gli permette di diffondersi nei prati umidi, formando degli estesi tappeti colorati che divengono oggetto di innumerevoli fotografie. Ecco perché il Croco può certamente fregiarsi del titolo di fiore primaverile più fotografato della montagna.
Bucaneve, il messaggero della primavera
Il nome stesso li descrive accuratamente: i Bucaneve (Galanthus nivalis) sono tra i primi fiori a spuntare tra le macchie di neve residua. Si tratta di una piccola pianta erbacea perenne, il cui bulbo trascorre sottoterra il periodo invernale, per poi fiorire e fruttificare con l’arrivo della primavera. Cresce in vari habitat montani, soprattutto prati, ma anche boschi e pendii; può essere trovato ad altitudini moderate, dai 1000 m fino ai 2500 m.
Il bucaneve è caratterizzato da foglie strette lanceolate e da un fiore bianco pendente a forma di campana. Nonostante l’aspetto in apparenza fragile e delicato, si tratta di una pianta molto resistente al freddo e al gelo: inizia infatti a fiorire già a febbraio, sul finire dell’inverno, preannunciando così l’arrivo della bella stagione.
La fioritura dei bucaneve. Photo credits: sunflair da Pixabay
Primula comune: colei che mette tutti d’accordo
Pianta simbolo della primavera per eccellenza, la vasta famiglia del genere primula comprende circa 500 specie. Tra queste, la primula comune (primula vulgaris) è uno dei fiori più noti e facilmente riconoscibili. Il giallo paglierino dei suoi fiori inizia a punteggiare i boschi e i prati di montagna tra fine febbraio e maggio, ma non è raro trovarle fioriture di primula anche a dicembre o gennaio, specialmente negli ultimi anni in cui gli inverni si mostrano decisamente più miti.
Pianta erbacea perenne, come molte altre specie che fioriscono in primavera, cresce prevalentemente su terreni umidi, all’interno o ai margini dei boschi, in luoghi non troppo soleggiati. La primula è largamente diffusa in pianure, su tutte le Alpi e su parte dell’Appennino; si può facilmente trovare dai 100/200 m di altitudine fino ai 1800/2000 m circa.
Fiori di Primula Vulgaris. Photo credits: Eliana Intruglio (donnavagabonda.com)
Primula auricola, un’altra specie di primula alpina. Photo credits: Hannes da Pixabay
Erba Trinità, la regina del sottobosco
Erba Trinità (Hepatica nobilis)
I piccoli fiorellini dell’erba trinità (Hepatica nobilis), di un bellissimo color blu-violetto, iniziano a punteggiare il sottobosco già agli inizi della primavera. Questa specie erbacea è nota fin dai tempi antichi, tanto che nel Medioevo era comunemente dipinta negli affreschi come simbolo della Trinità per via delle sue foglie trilobate (ovvero a tre punte): questa usanza ne ha ispirato il nome.
Pianta comunemente diffusa in quasi tutta Italia, cresce nei territori collinari, montani e subalpini (dai 100 ai 1500/1800 m circa) prediligendo come habitat boschi di faggio e quercia. In primavera è facile scorgere i suoi fiorellini, che crescono spesso tra le foglie secche dell’autunno passato, in pieno bosco o ai bordi dei sentieri.
Anemone, timido abitante delle foreste
Anemone dei boschi (Anemonoides nemorosa)
Di aspetto simile all’erba trinità, ma dal colore bianco candido, sono i fiori dell’anemone dei boschi (Anemonoides nemorosa). Facente parte della più ampia famiglia degli anemoni, popola anch’esso il sottobosco, prediligendo luoghi umidi e ombrosi. L’anemone dei boschi si può trovare in zone collinari e montane fin verso i 1800 m di quota. È tra i primi a fiorire nel tardo inverno o inizio primavera, sbocciando non appena il manto nevoso si dissolve. Quando il sole tramonta, o quando piove, l’anemone ha la particolarità di inclinare i suoi fiori verso terra, mentre i petali si raccolgono in una sorta di cupola per proteggere gli stami e i pistilli, che contengono le spore necessarie alla propagazione della specie.
Genzianella primaticcia, la fuoriclasse
Una genzianella primaticcia (genziana verna) cresce tra le rocce
La grande famiglia delle Genziane si distingue per il bel color blu o blu-violetto che caratterizza i suoi fiori, anche se alcune specie mostrano petali bianchi o gialli. Sebbene la maggior parte delle genziane fiorisca nel periodo estivo, la genzianella primaticcia (genziana verna), così denominata per la precocità della sua fioritura, si può trovare in montagna già in primavera, da marzo-aprile fino a luglio. A differenza delle sue sorelle della stessa specie, il fiore della genzianella appare di dimensioni molto più ridotte; cresce in prati calcarei umidi e terreni rocciosi, ad un’altitudine compresa tra i 500 e i 2500 m, e si riconosce per via del color blu intenso, quasi elettrico, molto evidente soprattutto quando è distribuita fittamente in un prato.
Oltre al singolare colore, la genziana è nota anche per le proprietà benefiche delle sue radici: esistono infatti diversi liquori e amari ottenuti dall’infusione della radice di genziana. Questo ha fatto sì che la pianta sia oggi una specie protetta per salvaguardarla dalla raccolta indiscriminata.
Genziana di Koch, un altro membro della famiglia delle genziane che fiorisce in piena estate