Nel cuore dell’Appennino settentrionale, tra Parma e La Spezia, si trova il Parco dei Cento Laghi: un’area naturalistica protetta, eletta a parco regionale, ricchissima di piccoli specchi lacustri, aree paludose di torbiera e rigogliosi boschi di faggi e conifere. Un territorio che offre inoltre una fitta rete di sentieri escursionistici, rendendolo una meta ideale per chi è in cerca di percorsi per trekking nell’Appennino tosco-emiliano.

Modellato millenni orsono dal peso dei ghiacciai, l’Appennino tosco-emiliano si presenta come un unico gruppo montuoso formato da varie cime sui 1700 – 1800 metri di quota che si susseguono formando un lungo crinale. L’escursione che andremo a effettuare si sviluppa lungo il versante emiliano, più dolce e levigato, per poi proseguire in cresta lungo il crinale montuoso, da cui si ammirano le valli della Lunigiana e il golfo della Spezia. Punto di partenza e arrivo di questo trekking nell’Appennino tosco-emiliano è il bellissimo lago Santo Parmense, una vera gemma in mezzo al bosco, nonché il maggior bacino naturale di tutto l’Appennino settentrionale.

Come raggiungere il Parco dei Cento Laghi da Parma
Uno dei punti di partenza più gettonati per fare trekking al parco dei Cento Laghi è il rifugio Lagdei, da cui parte una comoda seggiovia che porta a quota 1500 metri. Il rifugio è raggiungibile da una sola strada che attraversa l’esteso comune di Corniglio (PR) e si inoltra nei boschi della Val Parma. Dal centro di Corniglio si percorre la SP40 fino alla piccola frazione di Bosco, seguendo poi le indicazioni per Lagdei. Nel periodo estivo (da giugno a settembre) le auto possono accedere all’area pagando un pedaggio istituito dal comune di Corniglio per scongiurare l’eccessivo affollamento turistico.

Il punto di arrivo della seggiovia nei pressi del lago Santo

Parcheggiata la macchina in uno dei numerosi posteggi presenti vicino al rifugio, possiamo utilizzare la comoda seggiovia monoposto per guadagnare quota e raggiungere il rifugio Mariotti, punto di partenza della nostra escursione. Se non vogliamo o non possiamo usare la seggiovia (non sempre è in funzione) esiste un comodo sentiero, il 727, che in circa 1 ora porta al Mariotti.
Trekking Appennino tosco emiliano: dal lago Santo al passo delle Guadine
Dal punto di arrivo della funivia, percorsi pochi passi nel bosco di faggi e conifere, si apre davanti a noi la vista sul bellissimo lago Santo Parmense (1507 m), così chiamato per distinguerlo da altri laghi “Santi” presenti sull’Appennino. Di origine glaciale, come tutti gli altri specchi d’acqua presenti nella zona, si tratta del maggiore bacino naturale di tutto l’Appennino settentrionale ed è una nota meta di gite domenicali molto frequentata soprattutto dai parmensi. Sulle sue sponde sorge il rifugio CAI Mariotti.

Vista sul lago santo Parmense
Diamo inizio al nostro trekking nell’Appennino tosco-emiliano: tenendoci sulla sponda destra, costeggiamo il lago seguendo le indicazioni per Passo delle Guadine / Monte Brusà: seguiamo inizialmente il sentiero 723, ben segnalato. Dopo circa un chilometro nel bosco troviamo un bivio: imbocchiamo il sentiero 719 che ci porterà al passo delle Guadine e successivamente al Monte Brusà.



Procediamo lungo una salita mediamente sostenuta, sempre al riparo tra gli alberi. Come ricordano i numerosi cartelli, ci troviamo nella riserva del Guadine – Pradaccio. Essendo un’area naturale protetta, si può attraversare unicamente restando all’interno del sentiero 719; è possibile uscire dai sentieri solo tramite una guida autorizzata o partecipando a escursioni organizzate.

Passo delle Guadine, Monte Brusà e sentiero in cresta
Dopo una buona mezz’ora di percorrenza nel bosco, di colpo gli alberi si interrompono per far spazio a un vasto crinale erboso. Davanti a noi si apre una vista spettacolare che abbraccia buona parte del parco dei Cento Laghi. Spicca soprattutto la cresta rocciosa triangolare del Monte Roccabiasca, un’imponente contrafforte che divide il Vallone di Badignana dal Vallone delle Guadine.



Un ultimo strappo in salita ci porta al passo delle Guadine (1687 m): qui si rivela un nuovo panorama che fino ad ora era rimasto nascosto dalle pareti montuose. La vista si apre infatti sulle colline della Lunigiana e sulle Alpi Apuane, estendendosi fino al golfo di La Spezia nelle giornate più limpide.

Vista sul passo delle Guadine (1687 m)

Panorama sulla Lunigiana
Dal passo delle Guadine, decidiamo di proseguire il nostro trekking nel parco dei Cento Laghi seguendo il sentiero 00 (la cosiddetta Via Alta), che si sviluppa in cresta attraversando vari rilievi montuosi. La prima breve salita, della durata di 10 minuti, porta verso la cima del monte Brusà (1797 m), che offre un meraviglioso panorama a 360 gradi.

La vetta del Monte Brusà (1797 m)
Successivamente proseguiamo lungo il crinale montuoso: questo tratto è davvero stretto e in estate risulta spesso invaso dalla vegetazione e dall’erba alta. Occorre prestare particolare attenzione ad alcuni punti difficoltosi, che richiedono l’attraversamento di alcune rocce. Attenzione anche al vento, che in questa zona soffia abbastanza forte (ci troviamo in una delle zone più ventose dell’Appennino). In alcuni tratti ci si inoltra brevemente tra la fitta boscaglia che si estende dal versante fin quasi alla cresta.


Passo di Badignana, Fonte del Vescovo e Lago Bicchiere
Questo tratto della via alta del Parco dei Cento Laghi può richiedere un tempo variabile a seconda della propria forma fisica, delle condizioni del percorso e del meteo. L’alta via può essere percorsa interamente fino al monte Sillara (1861 m) e oltre. Noi decidiamo di proseguire in cresta fino al passo di Badignana, situata poco prima della vetta del Monte Matto (1837 m): in questo punto abbandoniamo il sentiero 00, scendendo di quota e seguendo le indicazioni per la Fonte del Vescovo.

La fonte è un ottimo punto per abbeverarsi e fare una pausa ristoratrice. Da qui, il panorama è dominato da vasti prati, che lasciano il posto in lontananza a un fitto bosco. Ci troviamo nel Vallone di Badignana, costellato da altri piccoli laghi glaciali: come ci indicano i cartelli, il lago Bicchiere, il lago Scuro e i “Lagoni” sono raggiungibili in meno di 1 ora. Scegliamo di raggiungere, come meta finale di questo trekking nell’Appennino tosco-emiliano, il lago Bicchiere, che dista appena 15 minuti dalla fonte del Vescovo. Localizzato sotto il Monte Matto, si tratta di un piccolo quanto affascinante specchio d’acqua poco profondo, circondato da massi affioranti. Non avendo immissari o emissari, il livello delle sue acque dipende molto dalle precipitazioni: nelle estati particolarmente secche può capitare di vederlo quasi completamente prosciugato.
Da questo punto si possono raggiungere facilmente anche il Lago Scuro in una mezz’ora e i Lagoni in 45 minuti.

La rupe rocciosa del Monte Scala (1717 m) nei pressi del lago Bicchiere


Il piccolo lago Bicchiere
Ritorno lungo il sentiero 715A
Ci siamo addentrati abbastanza nel parco dei Cento Laghi: è tempo di mettersi sulla via del ritorno. Per ritornare al lago Santo, come alternativa all’alta via, possiamo prendere il sentiero 715A, seguendolo interamente fino al passo delle Guadine. Il sentiero procede a quota leggermente più bassa lungo il versante, attraversando il fitto bosco del parco. Procediamo in salita, al riparo degli alberi, con andamento in costante salita mai troppo dura. Il bosco di tanto in tanto lascia il posto a delle piccole e piacevoli radure.


Dopo circa 1 ora un cartello segnala che siamo arrivati al bivio con il sentiero 719 per il passo delle Guadine. Lo seguiamo ripercorrendo a ritroso il percorso già effettuato nell’andata: superiamo il passo, attraversiamo nuovamente la riserva naturale Guadine Pradaccio, per poi procedere in una sostenuta discesa verso il lago Santo parmense. Possiamo concederci una pausa ristoratrice al rifugio Mariotti prima di ridiscendere a Lagdei con la seggiovia o tramite il sentiero.